Oppure basta il diploma? E quale? Queste sono alcune tra le domande ricorrenti per molti aspiranti istruttori, e nel dubbio sul fatto che per lavorare in palestra sia necessaria la laurea oppure il diploma, in realtà la risposta è… nessuno dei due!
O meglio, le normative dedicate a questo settore, specificano che le libere professioni non sono sottoposte ad un diploma di laurea, né ad un diploma specifico per personal trainer. Questa è la teoria, valida anche per la figura del personal trainer, sancita dalla recente normativa L. 4/2013 (disciplina sulle professioni non regolamentate), che può esercitare la sua attività professionale senza l’obbligo di conseguire una laurea specifica, né di iscrizione ad un albo nazionale dei PT.
La pratica, però, è che le regolamentazioni di questo settore sono passate alle Regioni che, nella quasi totalità, richiedono un diploma da personal trainer per poter esercitare la professione.
Corso personal trainer senza laurea, cosa dice la normativa
Secondo la normativa regionale più diffusa, sono considerati istruttori fitness qualificati quelli in possesso di diploma rilasciato dall’ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica ) oppure di un diploma di laurea in Scienze Motorie.
Ma anche coloro che hanno seguito dei corsi da personal trainer riconosciuti dal CONI o da enti sportivi legati al CONI stesso, potranno esercitare la professione di personal trainer.
Il corso da personal trainer senza laurea, quindi, esiste.
Il corso da personal trainer senza diploma, invece, non dovrebbe esistere: è necessario che la scuola rilasci un diploma valido, per poter svolgere la propria attività nel territorio italiano.
Gli istruttori fitness, i personal trainer e gli istruttore specifici di una disciplina, devono essere in possesso della corrispondente abilitazione, ovvero un diploma di personal trainer nel nostro caso. Il diploma può essere rilasciato da una federazione nazionale riconosciuta o affiliata al CONI, da scuole regionali dello sport del CONI,oppure dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, come l’ASI.
Quindi, è bene informarsi sempre riguardo l’ente o l’associazione di formazione fitness che si intende frequentare, per valutare il riconoscimento del CONI riguardo al diploma da personal trainer che ti rilasceranno.
Personal trainer e istruttori fitness in continua formazione
Alcune recenti delibere CONI hanno, comunque, fornito anche ulteriori indicazioni per la figura del personal trainer, oltre che per gli istruttori fitness e i soci di palestre e centri sportivi.
I diplomi da tecnico qualificato, come prescritto dalla legge 4/2013, sono soggetti ad un aggiornamento periodico, per il mantenimento della qualifica tecnica fornita dagli enti di promozione sportiva. Questo aggiornamento del diploma dovrà essere effettuato tramite la partecipazione a corsi, iniziative di settore, workshop e master che le scuole di formazione fitness predispongono, una volta ogni due anni.
La formazione, quindi, deve essere costante per mantenersi aggiornati sulle normative e novità del campo sportivo e fitness. L’abilitazione va rinnovata con un corso di aggiornamento tecnico – obbligatorio per alcune discipline, consigliato per altre.
Dove lavora il personal trainer grazie al diploma
Un personal trainer che abbia conseguito un attestato valido riconosciuto dal CONI, può lavorare nei centri fitness e nelle palestre, in tutte le strutture sportive aperte al pubblico, come dipendente oppure come libero professionista – se non come socio, possedendo delle quote sociali di adesione.
Può tenere corsi di fitness dedicati al miglioramento dell’efficienza fisica, a titolo di istruttore qualificato – nel caso sia necessario un istruttore specifico di disciplina, come per il Pilates, ovviamente il trainer dovrà conseguire anche un diploma valido come istruttore di tale disciplina.
Spesso il personal trainer lavora come allenatore privato, a domicilio, seguendo i suoi allievi in modo periodico e strutturato: la denominazione “personal”, infatti, parla chiaro. Si tratta di una figura professionale che nasce proprio per il training personalizzato, oltre la figura condivisa dell’istruttore della palestra.
Anche i guadagni possono essere più allettanti rispetto al lavoro dipendente, e se la media è di circa 50-60 euro all’ora, un personal trainer stimato può arrivare a chiedere anche oltre i 100 euro orarie – sebbene il compenso dipenda dalle sue capacità, dalle richieste sul mercato, dagli obiettivi prefissati.
Di certo, questi traguardi si raggiungono con un’adeguata formazione e aggiornamenti costanti, dato che specializzarsi come trainer a domicilio, significa acquisire anche nozioni avanzate di allenamento, nutrizione sportiva e biomeccanica, tutte da personalizzare in base al cliente!