Come disciplina, il culturismo o bodybuilding si pone come obiettivo il cambiamento vero e proprio della composizione del corpo, con un aumento di massa muscolare, riduzione del grasso e miglioramento estetico per arrivare a modelli similari alla statuaria classica, ovviamente da superare con un’estetica tutta culturista!
Gli obiettivi si raggiungono tramite un allenamento con pesi e sovraccarichi detto resistance training, e un’alimentazione mirata ad accrescere massa e definizione muscolare. La dieta non sarà certo ipocalorica, ma si dovrà mangiare per poter aumentare la muscolatura e definirla, bruciando grassi tramite l’attività fisica e definendo la forma con l’allenamento.
La nutrizione lavora con alimenti che favoriscono la produzione di ormoni e l’accumulo di proteine muscolari, e di conseguenza migliorano la forza generale del corpo.
Culturismo tra storia e “mitologia”
La storia di questa disciplina parte ben 90 anni fa circa, quando Eugen Sandow si pose come un vero pioniere dello sport di forza e accrescimento muscolare.
Considerato il primo culturista della storia moderna (magari nell’antica Roma ve ne sono stati?), Sandow nacque nel 1867 a Königsberg in Germania, come Friederich Wilhelm Mueller, e poi divenne presto il Sandow sempre impegnato a definire il suo corpo, pur non avendo cognizioni riguardo l’accrescimento muscolare (non esistevano studi all’epoca). Si allenava con bilancieri e manubri con slanci verso l’alto, per costruire una forza esplosiva e sviluppare massa muscolare e dinamicità.
Dopo l’esordio di Sandow e il suo impegno per portare avanti l’allenamento costruttivo a livello muscolare, il percorso di chi si è dedicato nel tempo a questa disciplina, ricopre strade variegate. Si passò poi ai bodybuilder che seguirono le scie di Sandow, come Steve Reeves (1926-2000) che si dedicò alla routine di allenamento con esercizi di pompaggio e isolamento muscolare, per raggiungere una maggior massa muscolare e una definizione di bellezza estetica, che fu nota in tutto il mondo soprattutto quando vinse nel 1947 il titolo di Mr America e poi iniziò la sua carriera cinematografica (Le fatiche di Ercole, Romolo e Remo, Gli ultimi giorni di Pompei, etc.).
La moda del body building, però, scatta dalla fine degli anni Settanta, quando le tendenze di “costruzione del corpo” diventarono una vera e propria pratica sportiva.
Nomi importanti, che hanno fatto la storia del bodybuilding, hanno veicolato da allora l’immagine della perfezione del corpo costruita con tenacia, impegno e metodo.
Ai tempi Arnold Schwarzenegger, Lou Ferrigno, Tom Platz e Sergio Oliva erano vere icone della massa corporea, insieme a chi esprimeva al meglio la definizione delle forme come Frank Zane o Serge Nubret.
Stili differenti di bodybuilding, che hanno fatto strada a chi oggi decide di seguire un corso per diventare istruttore di body building. E non solo, anche per appassionati che guardavano a questi colossi di muscoli e definizione, per ispirarsi negli esercizi di training da seguire.
Bodybuilding, impegno e doping
I parametri iniziali per giudicare la perfezione del corpo di un bodybuilder, furono modificati dopo che ci si accorse quanto era diffuso il ricorso a delle sostanze dopanti per accrescere la muscolatura. In questo Frank Zane riuscì a creare un modello alternativo a molti culturisti, che non avevano massa muscolari colossali ma erano comunque dei professionisti del bodybuilding.
Di certo dall’epoca, ad oggi le forme e le altezze sono maggiorate, e nelle competizioni sono sempre più diffusi campioni alti almeno 1,80 e con una massa da massimi o mediomassimi.
La storia delle sostanze dopanti, comunque, inizia già negli anni Trenta con la sintesi del testosterone sintetico, che si diffuse dagli anni Cinquanta in poi soprattutto nel sollevamento pesi olimpionico, in particolare tra gli atleti russi.
Questa sostanza era in grado di fornire ampia forza, un’accelerazione del recupero muscolare e sviluppo di massa facilitato. Ovviamente, erano molto alti anche gli effetti collaterali negativi per la salute.
Ancora più potenti, furono i celebri anabolizzanti, farmaci di sintesi come il dianabol (molto diffuso tra i culturisti americani) che donavano un aspetto esagerato alla muscolatura degli atleti degli anni Settanta e Ottanta. Ad oggi la situazione è modificata e dopo una corretta informazione, è sempre meno diffuso il ricorso a tali farmaci, seppure sono diffusi composti come il GH (ormone della crescita), o gli anti estrogeni che sotto controllo medico vengono utilizzati da atleti di bodybuilding professionisti per la preparazione alle gare.
Il bodybuilding naturale è sempre più seguito, con l’esempio di atleti che hanno diffuso programmi innovativi dal punto di vista tecnico e motivazionale.
L’evoluzione del bodybuilding
Avvenne quando gli attrezzi per l’allenamento furono sempre più perfezionati, per raggiungere risultati costanti ed efficaci. Il sollevamento carichi progressivi, ovvero sempre più pesanti, è il metodo principale per migliorare la propria forma come bodybuilder, per questo Sandow fu il primo ad aprire delle “palestre” dedicate a queste routine con manubri e bilancieri. Col tempo si fondò anche una federazione internazionale di questa disciplina, quando il canadese Wieder diede vita alla IFBB (International Federation of Body Builders) negli anni Sessanta e al concorso Mr. Olympia.
Da allora il bodybuilding ha subito delle evoluzioni importanti soprattutto riguardo al tipo di allenamento e attrezzi, con macchine sempre più sofisticate per maggiori possibilità di movimento mirato al resistance training. Vic Tanny dalle sue palestre diffuse in tutti gli Stati Uniti, lanciò diversi macchinari durante gli anni Sessanta, che rappresentano ancora oggi delle idee avanzate per il bodybuilding.
Nel tempo si sono sperimentati vari metodi di allenamento per l’incremento di forza e massa muscolare, lavorando sempre su bilancieri, manubri, panche, esercizi di power rack e macchine da palestra che fanno lavorare la muscolatura in modo globale all’interno di un unico movimento. Di certo il movimento naturale con manubri e bilancieri coinvolge molto di più i muscoli stabilizzatori.
Se agli inizi del Novecento si lavorava con un allenamento completo o full body su tutti i muscoli, dagli anni Ottanta il bodybuilding si orientò verso il sistema di training frazionato o split routine, per allenare ogni seduta solo alcuni gruppi muscolari con volumi elevati ed esercizi multiarticolari o di isolamento.
Dagli anni Novanta si è passati ai sistemi heavy duty, con training frazionato ad intensità elevata e volumi ridotti – il muscolo si porta all’esaurimento in 1-2 serie e le fibre lavorano al massimo. Ancora oggi si lavora nel bodybuilding con training a cedimento e split routine, anche se comporta uno stress a livello di sistema nervoso nelle tecniche ad alta intensità (ripetizioni forzate e negative, superserie, stripping, etc.). Il futuro? Sembra il lavoro sull’ipertrofia muscolare, con base scientifica, ma si vedrà tra qualche anno se ha avuto successo…
Il bodybuilding rosa
Per quanto riguarda il bodybuilding femminile, la prima gara arrivò nel 1977 in Ohio a Canton, e nel 1978 venne istituita la Superior Physique Association per promuovere lo sport femminile anche sotto forma di sviluppo muscolare.
Un’associazione che sostenne anche la celebre Lisa Lyon che negli anni Ottanta si recò alla Gold’s Gym di Santa Monica in California, per allenarsi e diventare campionessa mondiale di Bodybuilding.
Ad oggi gli allenamenti sono seguiti da molti, uomini e donne, che desiderano lavorare sulla costruzione del corpo in modo costante, e con risultati… ipertrofici!